Intervista all’Osservatore di Calciatori Dario Cucinotta

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Ecco a voi l’intervista rilasciata da Dario Cucinotta a My Football Social per la rubrica: “ Osservatore nel pallone ”.

– Salve, può spiegare ai nostri lettori in che cosa consiste la sua professione?

Salve, sono Dario Cucinotta, osservatore calcistico per società professionistiche, abilitato a Coverciano nel 2015. La mia professione consiste nell’identificazione del calciatore obiettivo per una società per un possibile acquisto futuro, o per quando riguarda gli agenti, prenderne la procura. L’identificazione avviene in maniera dettagliata e con un linguaggio professionale per poter spiegare al meglio le caratteristiche del giocatore individuato.

– Quali sono stati i suoi primi passi all’interno del mondo del calcio?

I miei primi passi risalgono a 3 anni fa, essendo molto giovane, ho 25 anni, ho iniziato con un corso privato per cercare di comprendere al meglio la professione e capire come e cosa bisogna osservare di un calciatore. Successivamente ho iniziato ad osservare qualche calciatore per degli agenti. Fino a quando nel 2015 la FIGC ha indetto il nuovo corso per osservatore calcistico, rendendo questa figura riconosciuta ufficialmente dalla Federazione.

– Cosa significa fare l’osservatore al giorno d’oggi?

Fare l’osservatore al giorno d’oggi significa innanzitutto sacrificio, spesso anche dal punto di vista economico, ma soprattutto tanto ma tanto studio, il calcio è in continua evoluzione e di conseguenza cambia l’importanza di una determinata caratteristica di un calciatore. Senza la passione per questo sport e l’aggiornamento continuo, non si può lavorare in questo settore. Inoltre non bisogna mai scoraggiarsi, ed avere una pazienza infinita. Si cade spesso in questo settore ma bisogna avere la forza per rialzarsi sempre e migliorarsi sempre di più con sacrificio e dedizione.

– Cosa guarda lei in un giovane calciatore?

Come detto precedentemente il gioco del calcio cambia rapidamente, ormai i parametri osservati con più attenzione riguardano ad esempio la forza, la velocità ed il carattere del giocatore. Questi sono alcuni dei punti cardine delle caratteristiche di un calciatore, che fanno parte di alcuni macro gruppi, che riguardano le capacità di coordinazione, fisiche e psicologiche del giocatore.

– Utilizza software specifici per svolgere la Sua attività di Scouting? Se si, quali?

Si attualmente per le relazioni del calciatore obiettivo utilizzo la piattaforma LFScouting, che mi aiuta anche nel dare quel tocco in più di professionalità ai miei lavori. Per 6 mesi circa ho anche utilizzato il più famoso software di scouting, ovvero Wyscout, software utilissimo per l’osservazione di migliaia di giocatori, come e quando vuoi, anche se comunque rimango dell’idea che l’osservazione dal campo da qualche input in più per l’identificazione completa del calciatore. Il lavoro su PC deve aiutare per fare una scrematura generale dei calciatori, ma per il giudizio definitivo bisogna osservare dal campo.

– Ci dice un pregio e un difetto della sua professione?

Il pregio senza dubbio è fare ciò che più ti appassiona. Da bambino si pensa a diventare calciatori, crescendo capisci che puoi sempre lavorare in questo settore ma con un ruolo diverso. Il difetto senza dubbio è riuscire ad entrare in questo settore molto “chiuso”, esistono tanti ragazzi bravi che hanno una buona capacità critica e di osservazione, ma che spesso non vengono neanche considerati perché definiti poco esperti. Questo avviene soprattutto in Italia, anche perché guardate cosa sta facendo in Bundesliga Julian Nagelsmann che a soli 29 anni lotta nelle posizioni più alte della classifica con il suo Hoffenheim.

– La sua attività si svolge prevalentemente in Italia o all’estero?

Svolgo principalmente la mia attività in Italia anche perché sto completando gli studi universitari che non mi permettono attualmente di fare grandi spostamenti, ma con un po’ di forza di volontà si riesce a creare un buon database di calciatori. Però conosco bene i calciatori dei maggiori campionati europei.

– Che differenze calcistiche ci sono tra la cultura italiana e quella delle altre nazioni?

Le differenze derivano principalmente dall’avere poca pazienza, noi italiani non sappiamo più costruire le cose in maniera ordinata e perfettamente pianificata, spesso ci facciamo prendere dall’impulso di avere risultati immediati o di avere plusvalenze immediate. Ma questo è un problema prettamente economico. Anche gli stadi di proprietà o la creazione di un impianto sportivo posso essere di grande aiuto.

– Quali sono i calciatori che ha scoperto di cui va più fiero?

Attualmente sto seguendo con attenzione diversi giocatori ma non vi dico ovviamente di chi si tratta.

– Perché secondo lei in Italia si punta ancora così troppo poco sui giovani?

I giovani sono un investimento, anche grosso per una società, ma se si riesce a lavorare bene con loro, possono diventare anche la più grande forma di finanziamento che le società italiane abbiano mai conosciuto. Ma bisogna avere pazienza, pianificazione e persone adatte a lavorare con i ragazzi, perché almeno fino alla categoria Under 15, il responsabile della squadra deve comportarsi da educatore e no come un allenatore amante della vittoria e dei tatticismi, il ragazzo va aiutato ad esprimere al meglio le proprie capacità senza avere troppi concetti per la testa. Questo sport nasce in primis come un divertimento, se poi diventa un lavoro ben venga.

– Cosa consiglia ad un giovane calciatore che vuole diventare un professionista?

Il consiglio che posso dare è rimanere sempre umili e migliorarsi sempre, allenarsi con costanza ma senza perdere di vista tutte le altre cose della vita, come ad esempio lo studio. Dico sempre,”il calciatore più performante è anche quello più intelligente”.

– Cosa ne pensa di My Football Social come social network che permette a calciatori,agenti,osservatori,allenatori ecc…di crearsi una propria rete contatti e pubblicizzare il proprio profilo a livello internazionale.

È una bella idea, in questo settore i contatti sono fondamentali, anche solo per avere un confronto professionale. La creazione di un proprio profilo a livello internazionale è importantissimo per la creazione di una rete che si estende al di là del bel Paese, perché è brutto da dire, ma di là c’è più possibilità.

Grazie per questa chiacchierata. Un caro saluto da Dario Cucinotta.

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